Swiss Cell, una casa di “cartapesta”

giovedì 25 febbraio 2010

La Swiss Cell è, come avete letto dal titolo, una casa di carta, e è stata inventata per andare a prendere il posto delle baracche di carta e lamiera del terzo mondo. Indubbiamente una bella idea ma di sicuro non si fa fare un salto qualitativo di vita a chi le abiterà, certo è, che questa casa, rispetterà la natura, dato che è fatta di carta trattata con resina e poi processata in modo da formare un materiale molto stabile, leggero, isolante e flessibile.

Il costo di ogni singola unità si aggirerà su 5.000 USD e la società ideatrice del progetto fornirà le macchine ed i materiali, ma poi la produzione dei pannelli verrà realizzata sul posto.

Un primo intervento sta per essere lanciato nello Zimbabwe, con l’aiuto di una Ong tedesca e 2.400 case sono state prenotate dalla Nigeria.
L’abitazione potrebbe essere impiegata per interventi di emergenza nei casi di catastrofi naturali.

Link: wall.de/en
Link: 100ambiente.it
Link: 100casa.it
Via: yeslife.it

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Certificazione energetica

Certificazione energetica

Certificazione energetica, -20 giorni

Il primo luglio entra in vigore l’obbligo di certificazione energetica per tutti gli immobili. Ancora è in fase di elaborazione la normativa regionale in materia.

Sono già operative leggi in Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna. Nella provincia autonoma di Bolzano la normativa è pronta dal 2005, mentre in Friuli Venezia Giulia è stata approvata il mese scorso, e in Piemonte, In Piemonte infine sono in fase di attuazione i regolamenti attuativi della legge 13 del 2007. In queste regioni “virtuose” la certificazione è un obbligo den definito. In sua assenza i notai non potranno avallare le compravendite immobiliari.

LE REGIONI SENZA NORMATIVA
In tutte le altre regioni manca una disciplina specifica. In questi casi, l’obbligo di esibire un attestato di qualificazione energetica non è ancora rafforzato da sanzioni specifiche. Inoltre, vista l’assenza di sistemi di calcolo nazionali, l’attestazione si limiterà a una descrizione degli impianti, senza una vera classificazione: sarà in sostanza un semplice attestato di qualificazione energetica.

COSTI E VANTAGGI
La certificazione energetica influirà inevitabilmente sul valore di mercato degli immobili, che viene legato a un nuovo parametro: quello del rendimento energetico. Costruire un edificio che rientri in classe A (consumo energetico di 30 kWh/mq/anno) può costare il 20% in più rispetto alle costruzioni che, per gli standard minimi previsti dalla legge, hanno un consumo energetico da classe D (100 kWh/mq/anno).
CasaClima ha condotto uno studio sulle oscillazioni del costo di costruzione, partendo da un costo-base ipotetico di 1.400 metri al metro quadro. Gli extracosti per l’efficienza energetica variano da classe a classe (fino a un massimo di 300 euro/mq) e comportano un tempo diverso di ammortamento. Variano anche da regione a regione, a seconda della complessità della normativa locale.
Attenzione però: ovviamente non i tratta di semplici costi ma di investimenti che aumentano, anche notevolmente, il valore delle abitazioni. Non caso, i professionisti salutano la nuova norma con favore, perché apre nuove prospettive di mercato in un settore sempre più stagnante.

Ipotesi CasaClima - Extracosti/mq per classe energetica
Base di partenza 1.400 euro/mq

Classe D (100 kWh/mq/anno)
Classe di partenza ai fini del calcolo
- costi/mq ipotetici: 1.400 euro circa

Classe C (75 kWh/mq/anno)
- costi/mq: 1.500 euro circa (+ 7%)
- ammortamento: 5-10 anni

Classe B (50 kWh/mq/anno)
- costi/mq: 1.575 euro circa (+12%)
- ammortamento: 10 anni

Classe A (30 kWh/mq/anno)
- costi/mq: 1.700 euro circa (+ 20%)
- ammortamento: 20 anni

Norbert Lantschner di CasaClima ricorda che i costi si riducono quando si valutano gli edifici nel loro complesso piuttosto che le singole unità abitative. In particolare, le spese si riducono per i condomini: in una struttura con 10 unità abitative, per esempio, l’extracosto è di circa 250 euro per appartamento.
Anche l’Associazione nazionale dei costruttori ha condotto delle stime. Secondo i calcoli dell’Ance, per interventi che migliorano le performance energetiche di circa il 30%, gli extracosti possono essere calcolati in media attorno ai 150-160 euro/mq.

Ipotesi Ance - Extracosti/mq per miglioramenti energetici del 30%
Calcolo indicativo su alcuni possibili soluzioni

Isolamento dell’involucro: +50 euro/mq
Impianto di ventilazione meccanica controllata: +40 euro/mq
Impianto radiante: +30 euro/mq
Isolamento delle finestre: +40 euro/mq
Extracosto totale: +160 euro/mq

Fonti: Ance, il Sole 24 Ore,geometri.cc

Per approfondimenti:
"Certificazione energetica: le norme attuative"

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Vado ad abitare in una casa prefabbricata!

mercoledì 21 ottobre 2009

Se non è la notizia che cercavi prova con Google CLICCA

La cultura italiana quando si parla di case, purtroppo, ancora oggi non riesce a vedere al di là del proprio naso. Gli italiani intendono la casa, come un edificio in muratura, che più è tozzo e legato ben al terreno, più sarà duraturo e sicuro. Ma, non ci crederete, da qualche millennio c'è un novità chiamata legno nel mondo delle case (verrà trattato l'argomento nei prossimi articoli). Sotto vi vorrei proporre un articolo tratto dal blog del Arch. Paolo Crivellaro in cui viene ben esposto il concetto di casa prefabbricata i pro ed i suoi contro. Vi auguro una buona lettura ed una riflessione su ciò che ci circonda, la natura, e ciò che essa può fare per noi.
Vi inserisco anche un video della costruzione di una casa in legno (questo video ha tutto...tranne il rispetto da parte degli operai della legge sulla sicurezza nel cantiere)


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CASE PREFABBRICATE: LUOGHI COMUNI E PREGIUDIZI


Ammettiamolo, cominciamo a saperne parecchio sulle case in legno a risparmio energetico, il settore ci appassiona e siamo sempre più convinti che possano risultare la soluzione alle nostre esigenze abitative. Ma parenti ed amici fanno il possibile per farci cambiare idea. Vai ad abitare in un prefabbricato? Una vera casa deve essere in muratura. E se poi la devi rivendere, chi te la compra? E se prende fuoco? Capisco se fossimo in montagna. Chissà come sarà tra pochi anni. Ho sentito che le assicurazioni non le coprono. Però le puoi costruire su un terreno non edificabile. Costano poco. Costano tanto. E se l’isolante cede con il tempo? Se poi si tarlano? Se ci va addosso una macchina? Se viene un terremoto? Ci potrò appendere i pensili? Non mi sembrano solide. Vedrai, si svaluterà tantissimo. Mi fermo qui, ma potrei ovviamente continuare. Dubbi e perplessità sono legittimi ed auspicabili, quando ci si avvicina a qualcosa che non conosciamo, ma logica vorrebbe che un sano scetticismo fosse accompagnato da un’adeguata apertura mentale. Il termine “casa prefabbricata” nell’immaginario collettivo richiama alla mente l’immagine di qualche fatiscente capannone industriale e ci insinua un senso di precarietà che mal si addice all’idea di casa, solida e duratura che tutti noi abbiamo in mente (a maggior ragione per la nostra). Lo stesso dicasi per l’espressione “casa in legno”, che fa così chalet di montagna (o peggio ancora capanno per gli attrezzi da giardino).
Se avete avuto il tempo di leggere gli altri miei articoli, sapete che mi sono soffermato lungamente sui pregi si questo tipo di strutture e che si potrebbe liquidare la questione come superficiale e non meritevole di approfondimento. Mi limito a lanciare qualche piccolo spunto di riflessione che dovrebbe comunque spazzare via molti dubbi e preconcetti. Sappiamo che la certificazione energetica degli edifici è un obbligo in molte regioni. Supponendo che un giorno dobbiate vendere la vostra abitazione in legno, tale certificato sarà uno dei documenti da includere obbligatoriamente nell’atto notarile. Vale di più una casa male coibentata o una ad alto isolamento termico? Molte abitazioni si deprezzeranno proprio a causa della loro scarsa classe energetica, a prescindere dalle pregiate finiture e dagli alti costi pagati all’atto dell’acquisto. La legge italiana obbliga le imprese a rispondere per 10 anni dei difetti di fabbricazione degli edifici. HAAS Fertigbau vi da una garanzia di 30 anni. Non significa che tra 3 decenni la nostra abitazione sarà da demolire, ma che la ditta crede a tal punto alla solidità della costruzione, da potersi permettere di rispondere per un tempo lunghissimo a qualsiasi problema strutturale che non dipenda da un cattivo utilizzo dell’abitazione da parte nostra. A tale proposito è da sottolineare che HAAS realizza edifici prefabbricati da metà anni ’70, cioè da quando questo tipo di costruzioni è stato concepito. Si tratta cioè di una ditta che ha una storia che va oltre i trent’anni di garanzia che vengono dati al cliente, contando su numeri di produzione impressionanti ed sulla proverbiale qualità tedesca. Ritengo sia un parametro di cui tener conto quando ci sarà da fare una scelta tra HAAS e ditte concorrenti nate da pochi anni (spesso con produzione nell’Europa dell’est per contenere i costi).
Il legno è un materiale che è sempre stato usato tradizionalmente nei nostri edifici. Forse la nostra stessa abitazione possiede solai e tetti a struttura lignea. Chi è stato a visitare Amsterdam o altre città del nord Europa avrà sicuramente notato che gran parte degli edifici storici di epoca medioevale sono in legno ed appaiono perfettamente conservati (basta anche fare un giro a Bolzano per vedere molti palazzi con struttura lignea a vista in facciata). Venezia è un esempio in cui il legno è il materiale da costruzione principale, dalle fondazioni alle strutture. Proviamo forse un senso di provvisorietà ammirando i palazzi sul Canal Grande? L’elemento innovativo che distingue un’abitazione prefabbricata da una tradizionale sta nella parete esterna. Spazzati via i luoghi comuni, qui risiede il cuore tecnologico in grado di garantire efficienza energetica, stabilità, durata, qualità antisismiche e grande portata (70 kg/mq, nessun problema con pensili, mensole e quadri). Il tutto con uno spessore ridottissimo di nemmeno cm.30. Pensiamoci quando qualcuno ci consiglierà l’impresa del cugino dell’amico.

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Passami un secchio di corrente!

lunedì 19 ottobre 2009

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Qualche giorno fa mi trovavo per strada, ed ho sentito un nonno dire al suo piccolo nipote di andare al bar a prendergli un secchio di corrente. Questa frase mi ha fatto sorridere in principio, poi mi ha fatto riflettere, pensando a quando la corrente non sarà più quella che conosciamo noi, ma quella trsmessa tramite onde radio e che la corrente arrivi dallo spazio, un pò come accade nella comunicazione wireless, ossia nell'etere senza bisogno di cavi.

"La trasmissione dell'energia wireless non utilizza cavi o piloni. Consente di aggiungere lo spazio stratosferico tra le energie rinnovabili al fine di sfruttare l'energia solare dalle zone orbitali e trasmetterla sulla Terra. Finora gli esperimenti sono stati condotti su basse distanza utilizzando le microonde simili a quelle di un normale forno domestico. L'energia elettrica è tramutata in microonde con un magnetroon e trasmessa da un'antenna trasmittente a una ricevitore. Giunta a destinazione l'energia è riconvertita in corrente continua e immessa in rete. Va comunque ribadito che gli esperimenti hanno soltanto dimostrato la realizzazione su bassa scala e l'intero processo di ricerca scientifica, seppure promettente, può considerarsi ancora allo stato embrionale." Fonte http://www.ecoage.it/

Ci sono comunque ancora molti dubbi sull'utilizzo di questo tipo di energia, sulle possibili conseguenze sull'ambiente e sulla salute umana dell'elettrosmog, anche se nessuno studio può dimostrare ne che faccia male, ne che non faccia niente.

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Link di approfondimento

Si chiama Space-Based Solar Power (SBSP)
e fa parte di un progetto del Pentagono che mira ad ottenere energia solare direttamente dallo spazio. L'idea nasce circa quarant'anni fa e consiste nella realizzazione di schiere chilometriche di pannelli solari posizionati sull'orbita terrestre, dove l'intensità di irradiazione è elevatissima (1.366 watt/mq). L'obiettivo è raccogliere gigawatt e gigawatt di energia, irradiarla elettromagneticamente sulla Terra e utilizzarla poi attraverso la rete convenzionale.

Per un approfondimento cliccare QUI.

Progetto giapponese per ricavare energia dallo spazio
I responsabili della divisione spaziale del ministero dell'Economia, dell'Industria e del Commercio giapponesi hanno presentato il progetto che dovrebbe essere operativo nel 2040.
Si tratta della mesa in orbita di un satellite artificiale a 36mila chilometri dalla Terra, sul quale due enormi pannelli solari produrranno un milione di chilowatt al secondo, grazie ad rendimento molto elevato rispetto a quello ottenibile sulla Terra.
L'energia sarà poi trasmessa da un'antenna sul pianeta, dove verrà captata da ricettori sistemati in mare aperto o in aree desertiche.

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Qui potrete trovare un'intervista al Fisico Tullio Regge

Fonti

http://www.ecoage.it/

http://alternativenergetiche.forumcommunity.net/?t=10395523

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N'tanto ar chilo!

mercoledì 14 ottobre 2009



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Vi chiederete perché questo titolo e perché questo video? La risposta è semplice!Appena ho letto la notizia mi è tornata prepotentemente alla mente questo skatch di Corrado Guzzanti che prova a vendere quadri al chilo!

La notizia di cui parlo è la vendita di "articoli per la casa" sfusi!

Immaginatevi di entrate dentro al vostro supermercato di fiducia e nel carrello mettete i vostri flaconi di sapone per le mani, shampoo, qualche bottiglia di vino da riempire, qualche bottiglia di plastica per il latte.

L'idea è semplice, voi andate lì con i vostri flaconi vuoti e li riempite. Questo meccanismo farà tanto bene all'ambiente ed anche tanto bene al portafoglio.

Per quanto riguarda l'ambiente basti pensare che un flacone di 60 grammi di plastica richiede un corrispettivo di di energia pari a 25 lampadine di ad incandescenza da 100 watt accese contemporaneamente, nonché il consumo di due vasche piene d'acqua ed emissione di CO2 pari a quella di un'auto di media cilindrata per percorrere percorrere un chilometro.

Anche per le vostre tasche il risparmio sarà notevole, se pensate che potrete comprare solo quello che realmente consumate, senza doverne comprare di più ne di meno.

Ho pensato che questa idea doveva essere pubblicizzata dal sito, che non ha niente a che vedere con i siti sotto proposti, ma premia un'idea che si spera prenda piede a largo raggio per far del bene all'ambiente, e quindi anche a noi, ed al portafoglio, e quindi anche a noi.

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Fonti:  http://atcasa.corriere.it/Eco/La-cosa-giusta/2009/03/18/no_packaging.shtml

Link correlati:
www.detersivisfusi.it
www.riducimballi.it
www.milkmaps.com
www.crai-supermercati.it
www.eataly.it

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